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La metamorfosi di un sasso

Spesso mi capita di lasciare degli oggetti, concime o attrezzi vari, vicino agli olivi e per non farli bagnare dall’umidità della notte o in caso di pioggia li copro con uno o più teli di plastica, tenuti fermi da dei sassi per non farli volare via con il vento.

 

Così ho fatto anche quel giorno, il primo di novembre del 2015, avevo un sacco di letame da proteggere e l'ho coperto e stabilizzato con due sassi piatti. Il giorno dopo sono tornato sul posto per continuare il lavoro; un sasso c’era ancora ma l’altro non c’era più, si era sgretolato durante la notte, da solo.

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Un sasso l’avevo messo sul fianco del cumulo (visibile a destra) e un altro l’avevo messo sopra un legno che teneva giù la sommità del cumulo. Questo non c’era più. Nella stessa posizione c’erano migliaia di pezzettini piccoli dalle forme più disparate.

 

Curiosamente, era il due di novembre, il giorno dei morti. Sono rimasto a lungo a guardare la scena, incredulo, mi immaginavo come potesse essere stato il passaggio di stato, magari con piccoli rumori o scricchiolii oppure di colpo. Bum! Propendo per la seconda ipotesi poiché i frammenti erano tutti esattamente nella posizione originale del sasso, addirittura uno è rimasto al centro del legno. Ho pensato che se la metamorfosi fosse avvenuta qualche ora dopo avrei potuto vederla ma mi è sembrato già un regalo incredibile aver avuto questa rivelazione, da un sasso formatosi nei fondali marini qualche milione di anni fa.

 

Quel giorno non ho usato il letame sotto la copertura, ho lasciato i due sassi l’uno di fronte all’altro a riposare, doveva essere stata una notte molto ricca di eventi, forse anche di una forma a noi inconoscibile di sensazioni, non so. Nessuno, nessuno, nessuno potrà mai saperlo.

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