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Guardare il fuoco è come meditare?

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La domanda mi serve solo per descrivere un’attività che, soprattutto i primi tempi di vita qui, ha occupato molto del mio tempo soprattutto serale.

 

All’arrivo del buio ma con la pioggia ancora prima, badare al fuoco è un’attività importante che in genere viene svolta in contemporanea ad altre, ad esempio leggere o cucinare. Il rischio è quello di essere così coinvolti nell’attività da dimenticarsi del fuoco, ma se si spegne è spiacevole farlo ripartire così si impara presto a stare attenti.

 

Ho iniziato ad essere catturata dal badare al fuoco non per non farlo spegnere ma per starci insieme, coccolata dal suo calore e affascinata dai colori che nel buio risaltano. Anche per ore, quelle libere da incombenze necessarie.

 

Mentre Lui era occupato ad aggiustare o creare nella sua stanza-laboratorio, io trascorrevo del tempo senza fare assolutamente niente, nè di utile né da passatempo, neanche leggere.

 

Non è semplice permettersi e riuscire a non fare niente. I cristiani annoverano l’accidia cioè la pigrizia cioè il non far niente, tra i peccati capitali. Si può osservare il mare senza fare niente ma perché ci si sta abbronzando e comunque dopo un po’ si legge.

 

La meditazione è un modo per non fare niente facendo qualcosa chiamata meditare, ma a me quella non è mai riuscita di farla. Ci ho provato più volte. La volta che l’ho fatta in gruppo e per di più era in piedi, l’ho sentita una forma di violenza così forte da suscitarmi la rabbia della ribellione.

 

Badare al fuoco è stata una rivelazione: era possibile non fare niente facendo qualcosa che sapevo fare e senza sensi di colpa!!!

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